Lasciamoli in pace

Di cose che non mi tornano nella versione dei fatti sull’uccisione di Matteo Miotto in Afghanistan ce ne sono molte. Inizialmente ci hanno raccontato che è stato vittima di un cecchino durante un turno di guardia, una novità che  lasciava intendere che ci fossero tiratori specializzati tra i guerriglieri configurando perciò un elemento di preoccupazione sugli sviluppi del conflitto afgano, ora ci raccontano che il soldato è morto durante un conflitto a fuoco, cosa che se fosse vera sarebbe ancora più preoccupante.

In ogni caso ancora una volta il Governo non ci sta facendo una bella figura, confermando ancora una volta la propria inadeguatezza nella gestione di  fatti che ci vedono (purtroppo come in questo caso)  protagonisti sullo scenario internazionale. Forse ci vogliono nascondere che laggiù si combatte e che c’è una vera e propria guerra, in contrasto quindi con la “missione di pace”, ma che ci continuino a prendere in giro per una guerra che solo noi chiamiamo pace, ormai è diventato inaccettabile.

Lasciamoli in pace questi afgani e andiamocene via.

Autore: antonio giudilli

Antonio Giudilli ha 54 anni. Vive a Vagliagli, nel comune di Castelnuovo Berardenga. Lavora all'Università di Siena presso il Centro Servizi di Ateneo per il Sistema Museale Universitario Senese SIMUS ed è Consigliere comunale del Comune di Castelnuovo Berardenga.

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